Programmazione della produzione in 3 semplici mosse

21 Gennaio 2019

Nelle aziende manifatturiere la gestione delle scorte e la programmazione della produzione dovrebbero essere strettamente collegate. Di fatto, ci sono realtà aziendali in cui il dimensionamento delle scorte di prodotto finito costituisce l’input della programmazione della produzione. In questi casi le scorte di prodotto finito possono essere gestite con sistemi EOQ cercando di minimizzarne i costi di gestione e tenendo conto di vincoli finanziari, di spazio, ecc. In altri casi i vincoli in produzione, soprattutto i lotti minimi di produzione, influenzano pesantemente la gestione delle scorte e quindi la dimensione delle scorte di prodotto finito sono una conseguenza della programmazione della produzione. Sono l’ambiente produttivo e la tecnologia a disposizione che determinano il prevalere di quest’ultima attività sulla prima e non viceversa.

Ricapitoliamo brevemente di cosa di occupano le diverse aree di gestione:

  • La gestione delle scorte si occupa del corretto dimensionamento delle scorte di prodotti e materiali.  Articolo di approfondimento sui modelli di gestione delle scorte: Come gestire in modo efficiente le scorte.
  • La gestione delle scorte dei prodotti finiti in un’azienda di produzione si occupa di dimensionare, compatibilmente coi principali vincoli produttivi, le scorte di prodotto finito.
  • La programmazione della produzione si occupa di definire i piani o i programmi di produzione e quindi di stabilire cosa, quanto e quando produrre con diversi livelli di dettaglio e diversi orizzonti temporali.

Cosa significa elaborare i piani di produzione?

Lo scopo fondamentale della programmazione della produzione è quello di organizzare l’attività di produzione affinché questa risulti coerente con i piani aziendali che definiscono gli obiettivi economico-finanziari dell’intera azienda nel medio termine (3-5 anni).

Più precisamente, si tratta di coordinare l’attività di produzione, con le proprie logiche di funzionamento e i propri obiettivi di efficienza con l’attività di vendita che ha l’obiettivo di seguire l’andamento del mercato e soddisfare le richieste dei clienti. Se da una parte la produzione per operare in regime di massima efficienza (minimizzare i costi di produzione) richiede programmi di produzione quanto più stabili nel tempo, dall’altra parte, la mancanza di coordinamento può comportare gravi conseguenze: scorte superiori a quelle necessarie e/o mancanza di prodotto a scorta quando richiesto oppure scarsa efficienza nell’utilizzo delle risorse produttive (quindi costi e disservizi).

I piani di produzione

In generale i piani aziendali definiscono gli obiettivi economico-finanziari dell’intera azienda nel medio termine (3-5 anni). I piani o i programmi di produzione definiscono cosa, quanto, quando produrre con diversi livelli di dettaglio e diversi orizzonti temporali.

Sostanzialmente possiamo distinguere 3 piani:

  • Il piano Aggregato di Produzione o Production Plan (PP): riguarda un orizzonte temporale piuttosto esteso (1 anno) ed ha come oggetto di pianificazione parametri quantitativi molto aggregati (numero di pezzi producibili, tonnellate di prodotto finito, ecc., a livello complessivo o per famiglie di prodotti). Lo scopo del Piano Aggregato è quello di conciliare il fabbisogno di capacità produttiva (riconducibile alla domanda di mercato) con la disponibilità effettiva (espressa in ore-uomo o macchina).
  • Il Piano Principale di Produzione o Master Production Schedule (MPS): riguarda un orizzonte temporale limitato (3-4 mesi) ed ha come oggetto i singoli prodotti finiti. In particolare l’MPS ha lo scopo di dimensionare i lotti produttivi.
  • Il Piano Finale di Montaggio o Final Assembly Schedule (FAS): riguarda un orizzonte temporale brevissimo (1 mese) ed ha come oggetto l’assemblaggio-configurazione del prodotto finito. Compito tipico del Piano Finale è la scelta delle modalità di evasione degli ordini.

La caratteristica principale dell’intero processo di pianificazione della produzione è la sua ciclicità per cui uno stesso periodo è oggetto di più pianificazioni successive con crescenti gradi di definizione. Possiamo dunque parlare di fasi di pianificazione e controllo della produzione: ogni fase si apre con la pianificazione di un periodo e si conclude con il controllo che apre la pianificazione del periodo successivo.

Parlando del processo di pianificazione della produzione abbiamo sottolineato la sua ciclicità: uno stesso periodo è oggetto di più pianificazioni successive con crescenti gradi di definizione. Il processo procede dunque per fasi: ogni fase si apre con la pianificazione di un periodo e si conclude con il controllo che apre la pianificazione del periodo successivo.

Come dati input possiamo distinguere:

  • Le previsioni di vendita e/o gli ordini dei clienti.
  • Le caratteristiche del sistema produttivo e le condizioni operative standard: turni, orari, lotti minimi e multipli, disponibilità di manodopera nettificate delle assenze e delle inefficienze, ecc.
  • La disponibilità (scorte in mano + ordinato – impegnato) corrente e ottimale di prodotti finiti, semilavorati e materiali.
  • Gli standard di consumo dei materiali (tramite le distinte basi dei prodotti).
  • Gli standard delle risorse produttive (tramite i cicli di lavorazione).

In pratica, il Piano Aggregato di Produzione ha lo scopo di mettere a confronto e di conciliare i fabbisogni e la disponibilità dei materiali e delle altre risorse produttive in un periodo di tempo piuttosto esteso (in genere un anno).

Il dettaglio dei valori è solitamente mensile e riguarda parametri piuttosto aggregati (famiglie). Viene solitamente rivisto una volta al mese (ma anche meno frequentemente) con la tecnica rolling (si chiude un mese e si aggiunge un mese successivo).

In particolare, per quanto riguarda le risorse produttive vere e proprie (uomini e macchine), è importante verificare che la capacità e la disponibilità siano coerenti sia nel corso dell’intero periodo esaminato (l’anno) sia nei singoli sotto-periodi (mesi).

Se questo non avviene, occorre intervenire ponendo in essere, a seconda del problema, le seguenti azioni:

  • Potenziamento o riduzione permanenti della capacità produttiva interna.
  • Ricorso a lavorazioni esterne.
  • Potenziamento o riduzione della capacità produttiva in determinati periodi mediante ricorso a straordinari, orari flessibili, ferie, ecc.
  • Anticipi di produzione da periodi con fabbisogni in eccesso a periodi con eccedenza di disponibilità.

Per quanto riguarda la gestione dei materiali è necessario definire degli accordi con i fornitori di lungo periodo, aventi lo scopo di prenotare la capacità produttiva dei fornitori, contrattare prezzi e modalità di fornitura.

A questo punto la prima fase è conclusa: il Piano Aggregato è pronto.

Il Piano Principale di Produzione o Master Production Schedule (MPS) riguarda un orizzonte temporale limitato (3-4 mesi) ed ha come oggetto i singoli prodotti finiti e le relative quantità. L’MPS è infatti lo strumento di programmazione della produzione che ha il compito di dimensionare i lotti produttivi, tenendo conto dei vincoli di capacità produttiva presenti in ciascun periodo.

In altre parole nell’MPS trovano risposte le seguenti domande: cosa produrre? Quando effettuare la produzione? Quale quantità mettere in produzione?

Trattandosi di un piano di produzione derivato dalla pianificazione aggregata di lungo periodo (con un maggiore livello di dettaglio), l’MPS deve avere un orizzonte temporale più breve o uguale dell’orizzonte temporale del Piano Aggregato e deve essere maggiore o uguale al lead time di produzione dei prodotti pianificati. Generalmente la frequenza di revisione di questo piano è settimanale o mensile.

I dati in ingresso all’MPS sono:

  • Ordini e previsioni di vendita dei prodotti.
  • Livelli di scorta dei prodotti.
  • Scorte di sicurezza per i vari prodotti.
  • Tempi di produzione dei vari prodotti.
  • Piano di Produzione Aggregato con i vincoli di capacità produttiva.

Poiché, come già detto, l’MPS è un piano derivato dal Piano Aggregato, dovrà rispettare i vincoli già stabiliti precedentemente in termini di risorse massime a disposizione (quantità componenti o quantità ore).

Nella sua predisposizione sarà pertanto necessario valutare la capacità produttiva necessaria (capacity plan) sia in relazione alle ore manodopera a disposizione sia in relazione alla disponibilità di macchinari da poter impiegare. Se la capacità disponibile non è tale da soddisfare il fabbisogno pianificato, sarà necessario un bilanciamento, ricorrendo per esempio ad un aumento delle risorse (ore di straordinario se possibili) o anticipando/posticipando le produzioni.

In sintesi la stesura di un MPS avviene generalmente secondo la seguente procedura:

  1. Individuazione dell’orizzonte temporale di riferimento.
  2. Formulazione di una prima bozza di MPS in base alle previsioni e agli eventuali ordini già ricevuti.
  3. Esecuzione di un’analisi di capacità, tramite simulazioni di fattibilità del piano di produzione proposto.
  4. Revisione, se necessario in base al punto precedente, dell’MPS o modifica della capacità disponibile fino a trovarne uno realizzabile.

Il Piano Finale di Montaggio o Final Assembly Schedule (FAS) riguarda un orizzonte temporale brevissimo (da 1 a 4 settimane) ed ha come oggetto l’assemblaggio/configurazione dei prodotti finiti. In altre parole si tratta del Piano che definisce a livello di turno di lavoro e singolo centro di lavorazione cosa produrre e in quale sequenza (si parla dunque di singoli item, varianti di prodotto, confezioni, ecc.) tenendo conto delle effettive disponibilità di materiali e di ore-uomo o macchina.

La definizione del FAS di un determinato periodo deve essere effettuata nel rispetto di quanto stabilito in precedenza in sede di MPS. Infatti il quantitativo globale ottenibile per un determinato insieme (articolo) non dovrà eccedere quello previsto per i componenti comuni a livello di MPS. Invece, a livello di varianti di prodotto, il mix potrà anche variare qualora siano previste scorte di sicurezza per i componenti specifici di ogni singolo articolo.

Il FAS è lo strumento di programmazione della produzione che ha il compito di:

  • Controllare la disponibilità dei materiali, dei componenti nel rispetto di quanto programmato.
  • Garantire il rispetto delle date di consegna dei prodotti finiti secondo quanto stabilito.
  • Mantenere i livelli di scorta dei materiali nei magazzini ai livelli minimi possibili.
  • Regolare le attività di produzione, di acquisto e di rilascio degli ordini.

Le attività precedentemente pianificate a livello di MPS (acquisto di materie prime e componenti, effettuazione di lavorazioni interne che danno origine a semilavorati, ecc.) sono predisposte sempre partendo dalle previsioni. Nei casi in cui il processo di acquisto e/o la progettazione dei prodotti avvengano su ordine, mancando le previsioni, tutte le attività vengono pianificate direttamente a livello di FAS. In questo caso, quindi, il FAS potrà arrivare ad abbracciare orizzonti temporali maggiori e ad essere rivisto con minore frequenza (in modo analogo all’MPS).

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